giovedì 22 febbraio 2007

nero su bianco

mi chiedo se sia l'incredulità che colora di un'aura onirica i contorni del reale
mi domando da cosa dipenda la sfumatura con cui sono dipinte nella mia mente le immagini di alcune ore, un ricordo dalla consistenza di una nuvola, così trasparente e leggera, da chiedermi se davvero c'è stata
vedermi quella testa dai capelli scuri con la lingua ad attorcigliare i miei piccoli capezzoli sensibili mentre le mani gareggiano nel tunnel del piacere, quegli stessi capelli tra le mie gambe ed i gemiti che non riescono a cessare anche se una luce passa, fuori. un respiro caldo accanto ritmato sempre più veloce interrotto solo dalle lingue che si impastano vicendevolmente. scavare tra gli strati delle tshirt fino a raggiungere la pelle, sbottonare i pantaloni e togliere una cintura. cercare attorno alla peluria soffice il caldo deciso del tuo complementare e lasciare che sotto la mano si liberi nella sua forza fino ad aspettare che esploda viscosamente tra le dita ed il polsino. gambe più magre delle mie, ma ricoperte da un tappeto morbido che le scurisce. e poi il freddo che fa ritirare su le mutandine nere che mi ero sentita sfilare pian piano nell'enfasi. richiudere i pantaloni e le zip, dimenticare solo un reggiseno slacciato sotto alla canotta.
come le altre volte, mescolo la piacevolezza all'oblio, arrivo a farne un melange con i sogni, in modo tale da non riuscire mai a fermare le sensazioni con chiarezza sulla mia mente, non riesco mai a ricordarmene così bene da esserne saziata, da non continuare a sentirmi incompleta ed aver voglia di riniiziare per arrivare ad urlare per il piacere.
ma per una volta, mi accontenterei anche di un contatto che non sia necessariamente fisico, di qualcosa di più o di meno, a seconda di come si consideri il rapporto tra psiche e corpo (ammesso che non sia un continuum).
e mi mangio le dita perchè non capisco il rapporto di causalità che muove i neuroni contrassegnati da un'y nei cromosomi e forse è proprio questo che ne costituisce l'attrazione che provo.

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